Vaccinazione antiinfluenzale - Studio medico Orlando

vaccinazioni
vaccinazioni

Fra i compiti del medico di famiglia, vi è quello di partecipare alla campagna vaccinale antiinfluenzale che l'ASL mette in atto per prevenire l'influenza nei pazienti a rischio.

La vaccinazione antiinfluenzale è altamente raccomandata dall'OMS e dal Ministero della Salute per quelle fasce di popolazione altamente a rischio che, in caso di influenza, potrebbero sviluppare gravi complicanze.

Le Categorie a rischio sono:

1 Soggetti di età pari o superiore a 65 anni

2 Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti

fino a 65 anni di età affetti da patologie che

aumentano il rischio di complicanze da influenza:

a) malattie croniche a carico dell'apparato

respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia

broncopolmonare, la fibrosi cistica e la

broncopatia cronico ostruttiva-BPCO)

b) malattie dell’apparato cardio-circolatorio,

comprese le cardiopatie congenite e acquisite

c) diabete mellito e altre malattie metaboliche

(inclusi gli obesi con BMI >30 e gravi patologie

concomitanti)

d) insufficienza renale cronica

e) malattie degli organi emopoietici ed

emoglobinopatie

f) tumori

g) malattie congenite o acquisite che comportino

carente produzione di anticorpi,

immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV

h) malattie infiammatorie croniche e sindromi da

malassorbimento intestinali

i) patologie per le quali sono programmati

importanti interventi chirurgici

j) patologie associate a un aumentato rischio di

aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es.

malattie neuromuscolari)

k) epatopatie croniche

3 Bambini e adolescenti in trattamento a lungo

termine con acido acetilsalicilico, a rischio di

Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.

4 Donne che all’inizio della stagione epidemica si

trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza.

5 Individui di qualunque età ricoverati presso strutture

per lungodegenti.

6 Medici e personale sanitario di assistenza.

7 Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio.

8 Soggetti addetti a servizi pubblici di primario

interesse collettivo e categorie di lavoratori

a) Forze di polizia

b) Vigili del fuoco

c) Altre categorie socialmente utili potrebbero

avvantaggiarsi della vaccinazione, per motivi

vincolati allo svolgimento della loro attività

lavorativa; a tale riguardo, è facoltà delle

Regioni/PP.AA. definire i principi e le modalità

dell’offerta a tali categorie.

d) Infine, è pratica internazionalmente diffusa

l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione

antinfluenzale da parte dei datori di lavoro ai

lavoratori particolarmente esposti per attività

svolta e al fine di contenere ricadute negative

sulla produttività.

9 Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con

animali che potrebbero costituire fonte di infezione

da virus influenzali non umani

a) allevatori

b) addetti all’attività di allevamento

c) addetti al trasporto di animali vivi

d) macellatori e vaccinatori

e) veterinari pubblici e libero-professionisti

Le persone che appartengono a queste categorie sono invitate a praticare la vaccinazione antiinfluenza stagionale.

 

Di solito la campagna vaccinale inizia , ogni anno, nel mese di ottobre per concludersi entro la fine dell'anno. Ciò è legato al fatto che, normalmente, il picco influenzale avviene intorno ai mesi di Dicembre - Gennaio.

Per sapere quando, nella nostra ASL, inizierà la vaccinazione, si prega di contattare il proprio medico di fiducia o consultare il sito alla voce Avvisi.

 

Dal sito del ministero della salute, si indicano queste semplici precauzioni per una prevenzione al contagio dell'influenza:

 

2.1 Misure di igiene e protezione individuale

La trasmissione interumana del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Per questo, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie può giocare un ruolo importante nel limitare la diffusione dell’influenza. Recentemente l’ECDC ha valutato le evidenze sulle misure di protezione personali (misure non farmacologiche) utili per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza, ed ha raccomandato le seguenti azioni:

 

1. Lavaggio delle mani (in assenza di acqua, uso di gel alcolici) Fortemente raccomandato

2. Buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani) Raccomandato

3. Isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale Raccomandato

4. Uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari (ospedali) Raccomandato.

 

Tali misure si aggiungono a quelle basate sui presidi farmaceutici (vaccinazioni e uso di antivirali).

 

La campagna di comunicazione sulla prevenzione dell’influenza dovrà quindi includere

informazioni sulle misure non farmaceutiche.

Tra i messaggi da privilegiare vi sono: l’igiene respiratoria (contenimento della diffusione

derivante dagli starnuti, dai colpi di tosse, con la protezione della mano o di un fazzoletto,

evitando contatti ravvicinati se ci si sente influenzati); l’evidenziazione che un gesto semplice ed economico, come il lavarsi spesso le mani, in particolare dopo essersi soffiati il naso o aver tossito o starnutito, costituisce un rimedio utile per ridurre la diffusione dei virus influenzali, così come di altri agenti infettivi.

Sebbene tale gesto sia sottovalutato, esso rappresenta sicuramente l’intervento preventivo di prima scelta, ed è pratica riconosciuta, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra le più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni anche negli ospedali.

 

Altra vaccinazione, fortemente raccomandata, è quella contro lo streptococco pneumoniae ( vaccinazione antipneumococcica) che è un agente batterico causa di gravi polmoniti, batteriemie e di meningiti ( rare). Secondo l'OMS è racoomandato vaccinare i soggetti a rischio con gravi malattie croniche, soggetti superiori ai sessantacinque anni e soggetti che vivono in particolari ambienti ( lungo degenze, RSA, case di riposo, e soggetti  dai 2 ai 65 anni che hanno particolari malattie a rischio.